“Su di una panchina. Assorto e rapito dalla bellezza del mare -dice Simonetti- ho lasciato andare i miei pensieri. Li ho trovati in accordo a ciò che i miei occhi stavano contemplando. Come in una melodia perfetta, ho sentito il battito del mio cuore accordarsi allo sciabordio delle onde. È stato illuminante. Avevo, finalmente, trovato l’elemento che più di ogni altro rappresentava la mia essenza in quel preciso momento. Ho cercato di dar forma ai miei stati d’animo, ai miei moti interiori utilizzando proprio i moti del mare. A volte calmo, all’apparenza, nelle sue profondità sempre inquieto, pieno di vita, di una vita multiforme e mai quieta anch’essa. A volte mosso, quando quel movimento nascosto avverte il bisogno di lasciarsi andare e di lasciarsi mirare. A volte agitato, violento, dotato di una forza distruttiva, ma pronto a placarsi, a lasciare che il cielo torni a fondersi con esso, a lasciare che il sole brilli ancora più intenso sulle sue acque. Questo è il mio cuore. Questo sono io”.